martedì 15 dicembre 2009

Natale sicuro

Dopo l'attentato al premier anche Babbo Natale ha deciso di rinforzare la sicurezza.
Il ministero degli interni tranqullizza sulle condizioni di salute dell'anziano B.N. Su Facebook spopolano i gruppi per tutelare il Santa dai suoi detrattori.
Alcuni giornalisti, tra cui il redattore di questo blog, sono stati accusati di istigazione. Ma garantisco: quando ho scritto che "Babbo Natale non esiste" non era mia intenzione provocare un attacco violento verso il grasso rappresentante delle industrie di regali.
Sicuro Natale a tutti.

giovedì 26 novembre 2009

Immigrati: ladri e puzzolenti. Un documento illuminante



“Non amano l'acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti.Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti.Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali.
Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione".


Tratto da una relazione dell'Ispettorato per L'immigrazione Americano per il Congresso Usa sugli Immigrati Italiani negli Stati Uniti, ottobre del 1912.

mercoledì 11 novembre 2009

Venti metri per Allah

Sulla moschea si è sollevata una gran bagarre senza che nessuno sapesse di cosa stava parlando. C'è chi ha affermato che sarebbe stato il più grande centro islamico della regione, tra i più grandi d'Italia invece sarà una piccola moschea di 20 metri per 20.
A Ravenna ci sono un centinaio di chiese, cappelle, duomi e basiliche. Siamo veramente sicuri che sia messa in dubbio la cristianità dell'ex-capitale bizzantina per una mocheina di venti metri?

giovedì 22 ottobre 2009

La paura di dissentire (bastonate medianiche e il caso Errani)



Il messaggio è chiaro: “State attenti a quello che dite, abbiamo gli occhi puntati su di voi”. Il Grande Fratello ci sta guardando. Dopo aver assassinato mediaticamente Boffo continuano le intimidazioni volte a gambizzare a colpi di calunnie chi critica il Governo e chi pecca di bispensiero, come direbbe Orwell, ovvero di pensare male. Tutto, ovviamente, tramite i potenti mezzi di proprietà del potere: giornali e telegiornali.

In questi giorni è stata la volta di Vasco Errani, malmenato a più riprese da Il giornale. La colpa principale, potremmo dire il peccato originale, del presidente della Ragione Emilia Romagna è di essere il simbolo del buongoverno della sinistra emiliano-romagnola. Per questo doveva pagare.

La seconda notizia del Tg1 dell’edizione di ieri alle 20 è stata “minacce al presidente Berlusconi su Facebook”. Alla shockante notizia sono seguite le dichiarazioni dei volti cupi di Alfano e altri atterriti lacchè.
Sono fermamente convinto che l’uomo più potente d’Italia, protetto da migliaia di bodyguard addestratissime e dai servizi segreti sia sinceramente terrorizzato da quello che scrivono in internet quattro ragazzini di sedici anni. Strano che nessuno si sia mai lamentato delle migliaia di gruppi che incitano all’odio razziale di zingari, arabi, ebrei, gay o di quelli incitanti a omicidi eccellenti come “uccidiamo Costantino” o Mughini piuttosto che i Teletubbies o il gattino Virgola.

Tuttavia il punto è un altro. Nemmeno Facebook, nemmeno i blog, nemmeno i dissensi virtuali sono privati o segreti. Vogliono farci venire paura. Paura di esprimere le nostre opinioni perché quand’esse divenissero popolari potremmo ritrovarci nel mirino di qualche sicario armato di milioni di telespettatori davanti a cui svergognarti per colpe vere o false o per i calzini che indossi.

Il timore di dissentire o di “esporsi” che stanno provando a diffondere crea un clima irreale e inquietante. Ma c’è ancora chi ha il coraggio e la testardaggine di dire IO DISSENTO.

mercoledì 7 ottobre 2009

Libertà di stampa: 3 euro a pezzo


Oggi si parla della libertà di stampa, ma siamo sicuri che a limitare la libertà di conoscere i fatti siano esclusivamente le, pur ingombranti, pressioni di politici e industrie?

Un aspetto di cui nessuno parla e che sta lentamente soffocando il giornalismo italiano è il fenomeno dello sfruttamento sconsiderato dei giovani giornalisti. L’editoria italiana è in mano a editori cinici che puntano a guadagnare il massimo possibile con la minima spesa e penne vecchie, veterani del giornalismo hanno accumulato benefici e prestigio che non sono disposti a spartire con nessuno. Tantomeno con i giovani. Per farsi un’idea di ciò di cui stiamo parlando la maggior parte dei collaboratori di tutte le testate sono pagati dai tre euro ai sette ad articolo.
Tre euro ad articolo! Non so se mi spiego. Questo fatto a dir poco increscioso sta avendo l’effetto di una vera pestilenza sul giornalismo nostrano senza che nessuno apra bocca.
Per riuscire ad arrivare a una pagamento non deprimente il giovane giornalista è costretto a scrivere moltissimi articoli, buttandoli giù in modo frettoloso e superficiale. Per fare un articolo di inchiesta è necessario recarsi sul luogo e fare diverse telefonate. È logico che spendere soldi in benzina o nel telefono comporterebbe una spesa maggiore del prezzo pagato per un articolo e quindi il giornalista ci rimetterebbe. Allora, legittimamente, non lo fa. In questa allucinante condizione vive la maggior parte dei giornalisti della nuova generazione in tutti i quotidiani locali e non solo. Più i quotidiani sono “prestigiosi” meno pagano. Il giovane giornalista dovrebbe ritenersi soddisfatto di vedere il proprio articolo pubblicato e basta. Se non gli va bene lo sostituiscono. Questa precarietà dura per anni e spesso è destinata a rimanere tale per sempre.
Le testate “prestigiose” credono di essere scaltre trovando lavoro a buon mercato, ma dove andrà a finire il loro “prestigio” quando si accorgeranno di pubblicare solo articoli raffazzonati?
Un esercito di supreprecari del giornalismo che si immolano per pochi euro guidati solo dalla passione e continuamente sviliti economicamente, pagati meno delle donne delle pulizie che puliscono la redazione per cui lavorano, ma che senso ha?


PS: Io fortunatamente sono estraneo a questo tipo di collaborazioni, dico questo solo per sottolineare che il mio non vuole essere uno sfogo personale, ma una discussione su un malcostume nostrano da combattere.

giovedì 1 ottobre 2009

Il sospetto dei socialisti tedeschi

Dopo la clamorosa debacle dei socialisti tedeschi alle elezioni l'SPD riflette sulle cause della pesante sconfitta.
Un sospetto: scovato tra le liste dei candidati un nome sconosciuto alla segreteria del SPD tale Walter Veltronen

Verso le primarie

Bersani si è ormai attestato vincitore dei congressi nelle sedi del Pd.
Ora parte la gara per le primarie, ma chi si aggiudecherà il risultato? Difficile dire in quanti andranno a votare dopo i 3 milioni e mezzo delle primarie di Veltroni c'è chi si aspetta un risultato attorno ai 2 milioni. Altri non sono così ottimisti.
Se il risultato tuttavia non fosse il medesimo dei congressi, come si auspica Franceschini, si troverebbe un partito delegittimato della guida che si era scelto da solo.
Rimane poi l'incognita Marino, piccolo candidato che però ha spopolato in alcune circoscrizioni come la prima di Ravenna dove è arrivato al 20%. Il voto di protesta dunque potrebbe mettere in crisi ulteriormente il partito da cui Rutelli già minaccia di uscire (già... in realtà minaccia di uscire da quando è entrato). Bisogna capire se esiste un candidato è che vuole Rutelli nel Pd, ma senza sottovalutare chi dell'Udc non lo vuole.

giovedì 10 settembre 2009

Unità, Marx e parmigiano


Nei lunghi tavoloni di ciò che fu la festa dell’Unità (e che oggi è semplicemente Grande Festa) un uomo, per fare il bischero, si segna al tavolo col nome di Carlo Marx, credendo di fare cosa nobile e gradita alla “compagna” che serve ai tavoli. Quand’eccola arrivare con l’ordinazione in mano: “è lei il signor Marx?” gli domanda algida senza scossare, “sì”, risponde lui timidamente, “Lo vuole il parmigiano sui cappelletti?”
I tempi sono cambiati. Non ci sono più i compagni di una volta. I Giovani Democratici hanno addirittura organizzato un torneo di calcio balilla: “balilla”! Oh tempora! Oh mores! Nemmeno il sindaco “anti-movida” si salva dall’ironia dei tempi. Al bancone del bar, infatti, tra le bevande, potrete trovare il Matteucci: cocktail analcolico, e con ghiaccio pestato.
Non c’è dunque da stupirsi se alcuni giorni fa, come ci raccontano le cronache, un anziano uscito dalla Grande Festa, si è perso in auto ed è stato ritrovato tre giorni dopo smarrito tra i campi che sopravviveva cibandosi di fichi colti da un albero. L’ennesima vittima della crisi identitaria dell’Unità.

lunedì 22 giugno 2009

Iniziando


Vi do il benvenuto a Ravennicoli, il blog che mette in stretta relazione l’uomo ravennate con il primate primordiale che vive dentro di lui. Schernendo i provincialismi di chi vive in una piccola realtà e non prendere posizioni su evidenti ingiustizie, per poi indignarsi per banali liti condominiali. Il ravennicolo che ha paura a girare la sera per strada perché ha visto al tg che nelle periferie di Milano c’è la delinquenza. Il revinnicolo che attraversa la strada in macchina e poi si lamenta perché non trova parcheggio. Il ravennicolo …

Si può vivere in provincia riuscendo a vedere al di là della sua coltre di nebbia? La provincia è nel mondo anche se non finisce al tg delle 20? La provincia nell’epoca del web2.0 è meno provinciale, o lo è ancora di più?

Segnalate le vostre irrequietudini a media1@medianewsravenna.it