giovedì 10 settembre 2009

Unità, Marx e parmigiano


Nei lunghi tavoloni di ciò che fu la festa dell’Unità (e che oggi è semplicemente Grande Festa) un uomo, per fare il bischero, si segna al tavolo col nome di Carlo Marx, credendo di fare cosa nobile e gradita alla “compagna” che serve ai tavoli. Quand’eccola arrivare con l’ordinazione in mano: “è lei il signor Marx?” gli domanda algida senza scossare, “sì”, risponde lui timidamente, “Lo vuole il parmigiano sui cappelletti?”
I tempi sono cambiati. Non ci sono più i compagni di una volta. I Giovani Democratici hanno addirittura organizzato un torneo di calcio balilla: “balilla”! Oh tempora! Oh mores! Nemmeno il sindaco “anti-movida” si salva dall’ironia dei tempi. Al bancone del bar, infatti, tra le bevande, potrete trovare il Matteucci: cocktail analcolico, e con ghiaccio pestato.
Non c’è dunque da stupirsi se alcuni giorni fa, come ci raccontano le cronache, un anziano uscito dalla Grande Festa, si è perso in auto ed è stato ritrovato tre giorni dopo smarrito tra i campi che sopravviveva cibandosi di fichi colti da un albero. L’ennesima vittima della crisi identitaria dell’Unità.