venerdì 26 marzo 2010

La lunga notte dell'informazione - Rai per una notte











“Anno Uno, Berlusconi Zero” si legge su un manifesto davanti al Pala Dozza dove arriva il pullman organizzato dall’associazione Ravenna Punto a Capo che si unisce ad altre centinaia di associazioni che sostengono la liberà di espressione.
Una trasmissione davvero unica. Il palazzetto è gremito da migliaia di persone e milioni stanno seguendo la trasmissione, oscurata dalla Rai, dai maxischermi nelle piazze, dai computer, in radio o da canali satellitari; segno che la libertà di espressione, come un fiume carsico, non è arginabile. “Rai per una notte”, organizzata dai sindacati dei giornalisti Fnsi e Usigrai è un segno forte, come non era successo mai, nemmeno dopo l’ “editto bulgaro” che otto anni fa aveva espulso dalla Rai il compianto Enzo Biagi, Santoro e Luttazzi. Una serata che non sarebbe potuta nascere se non dopo il sussulto popolare che ha riempito le strade di Roma con lunghi cortei Viola. “Il Goverono deve governare, non comandare” dice una voce al microfono prima che inizi la diretta e il palazzetto esulta come con non aveva mai fatto per nessun successo della Fortitudo, che solitamente gioca nella sua struttura. Perché solitamente la televisione ha luoghi più consoni per essere trasmessa, solitamente.

Gli ospiti della serata sono numerosissimi dal tagliente Travaglio a un Luttazzi “che sarà sicuramente denunciato”, Floris, Lerner, Iacona, musicisti come Nicola Piovani (che esegue dal vivo la musica della sigla di Anno Zero), Elio e le Storie Tese e i contributi di Benigni, Crozza e molti altri, ma soprattutto una marea di persone, soprattutto giovani. “Agli italiani piace farsi comandare a bacchetta, se poi si accorgono che non va bene quello che fa chi comanda lo impiccano a testa in giù. Ci vorrebbe una rivoluzione” dice il regista Monicelli al microfono di Sandro Ruotolo. "l'uso che Berlusconi ha fatto della Tv pubblica è un uso criminoso" ha detto Luttazzi "...erano otto anni che aspettavo di dirlo".
“Andrò a cercare la libertà in Zimbabwe” scherza Beningni ironizzando sul testo delle intercettazioni in cui il direttore della Rai affermava che le richieste di Berlusconi non sarebbero state accettate nemmeno nello Zimbabwe. Ma l’ospite più rilavante il pubblico, un’onda di giovani festosi che dopo la serata invade Bologna con musica e parole.

“Un bravo giornalista deve far arrabbiare almeno una persona al giorno” è la frase che dicono ai giornalisti quando vengono assunti alla BBC. A giudicare dall’esito direi che questa serata è sicuramente stata una serata di vero giornalismo.

4 commenti:

  1. Emozionante, veramente emozionante stare lì dentro. Un Luttazzi meraviglioso: speriamo che a sto punto qualcosa cambi, si destino le coscienze di tanti. Noi un segnale forte l'abbiamo lanciato!

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  2. Grazie a tutti per aver partecipato. Era importante esserci per la libertà d'informazione.

    Samantha Comizzoli
    Ravenna Punto a Capo

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  3. Si profila una primavera molto calda..

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  4. Grazie, non dimentichero' mai...che emozioni

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