mercoledì 22 settembre 2010

E la pecora prese coscienza



La pecora fu scossa da un fremito.

Come aveva potuto per anni rimanere in mezzo a quel gregge?

Come aveva fatto a rimanere lì a brucare l’erba per tutto quel tempo? Come aveva potuto assecondare le voglie del pastore senza nessuna remora? Perché mai si era fatta complice di tali compagni di branco, si era fatta tosare ogni anno e aveva ceduto al pecoraio il suo prezioso latte per farne vile formaggio?

Come aveva potuto lasciarsi intimidire dai lontani ululati del lupo che l’avevano convinta a rimanere accanto agli altri? Eppure non aveva mai visto una sua compagna sbranata da un animale selvatico, ma ne aveva viste a decine finire sul girarrosto dei suoi protettori?

Cosa mai l’aveva spinta così a lungo ad aspettare di diventare il pasto di uno sconosciuto?

Non poteva più sopportare tutto questo!

Fu così che la pecora prese coscienza. Alzò il muso all’aria e disse: bee.

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