lunedì 22 giugno 2009

Iniziando


Vi do il benvenuto a Ravennicoli, il blog che mette in stretta relazione l’uomo ravennate con il primate primordiale che vive dentro di lui. Schernendo i provincialismi di chi vive in una piccola realtà e non prendere posizioni su evidenti ingiustizie, per poi indignarsi per banali liti condominiali. Il ravennicolo che ha paura a girare la sera per strada perché ha visto al tg che nelle periferie di Milano c’è la delinquenza. Il revinnicolo che attraversa la strada in macchina e poi si lamenta perché non trova parcheggio. Il ravennicolo …

Si può vivere in provincia riuscendo a vedere al di là della sua coltre di nebbia? La provincia è nel mondo anche se non finisce al tg delle 20? La provincia nell’epoca del web2.0 è meno provinciale, o lo è ancora di più?

Segnalate le vostre irrequietudini a media1@medianewsravenna.it

1 commento:

  1. Ma Ravenna non era la città delle biciclette?

    A proposito di provincialismi, anche l’amministrazione è stata colpita da una coltre di nebbia?
    Tra i tanti provincialismi di cui si potrebbe parlare, vorrei dibattere sull’uso delle biciclette nella nostra città. Da diversi mesi l’amministrazione ha messo in atto politiche antidegrado, e questo è giusto, tra le tante cose molto più importanti da fare, sono state prelevate biciclette in stato di abbandono o troppo vecchie e su quest’ ultimo si potrebbe discutere, poi ultimamente sotto i portici del Comune sono stati posti, divieti, con tanto di cartello , che le bici non possono stare sotto i portici del Comune, perché rimosse, ma nelle apposite rastrelliere. Dunque le mie irrequietudini sono diverse: ma non eravamo la città delle biciclette? Alcuno ha chiesto perché sulla rimozione delle bici sotto i portici, nessuno si lamenta della mancanza di rastrelliere, a questo punto insufficienti. Velocemente posso fare una sola equazione divieti= me ne frego. Continuo a parcheggiarle e mentre alcuni vigili attenti controllano che via Cairoli sia solo pedonale, dietro le spalle, noncuranti del grande cartello, tutti parcheggiano le bici sotto i portici. Ma siamo proprio ravvenicoli, non chiediamo più il perchè delle cose, ma continuiamo la nostra vita di sempre, con le nostre abitudini. Forse è giusto così? I divieti in questa città cominciano a diventare troppi meglio fregarsene, senza chiedere il perché delle cose? Sono sempre giusti i divieti?
    Certo che questa città è delle bici, lo dice anche Agenda 21, si organizzano un sacco di pedalate, perché si sa le bici sono fatte per girare, muoversi. Che fanno ferme in sosta? Avanti pedalare. Ma se vuoi venire in città? Beh ci sono sempre i parcheggi scambiatori: parcheggi la bici e prendi l’autobus!
    Ma in fondo cosa sono i provincialismi? Il contrario di una cultura aperta agli stimoli culturali più diversi, ricettiva rispetto alle avanguardie europee e al dibattito.
    Vogliamo parlarne?

    OBAMA

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